Tecnica one stage vs. two stage per l’inserimento di impianti extra-short: studio split-mouth multicentrico

SSD: MED28 Malattie odontostomatologiche
Responsabile della ricerca: Maria Menini, Paolo Pesce

Descrizione

Background
La moderna implantologia ha consentito lo sviluppo di morfologie e superfici implantari in grado di supportare carichi masticatori anche in caso di lunghezze implantari ridotte.
Questi sono particolarmente utili in situazioni anatomiche di scarsa disponibilità ossea e/o quando in mandibola la distanza dal nervo mandibolare non consenta il posizionamento di un impianto di lunghezza “standard”.
In questo tipo di situazioni cliniche, un approccio alternativo alla GBR (guided bone regeneration) e meno invasivo è caratterizzato dall’impiego di impianti short ed extrashort. Requisito indispensabile per il successo dell’osseointegrazione è l’ottenimento della stabilità primaria. Al suo raggiungimento concorrono essenzialmente tre fattori: qualità dell’osso del paziente, tecnica chirurgica e macro-morfologia dell’impianto.

Scopo della ricerca
Scopo di questa ricerca è confrontare con uno studio split-mouth l’outcome clinico di impianti extrashort inseriti con tecnica one-stage e two-stage nel mascellare superiore e inferiore.

Materiali e metodi
Verranno inclusi nello studio un minimo di 20 pazienti che debbano inserire due impianti short contigui in mandibola o nel mascellare superiore presso il Servizi di Protesi Dentaria e Implantoprotesi della Clinica Odontoiatrica dell’Università di Genova e dell’Università di Torino. I pazienti non dovranno presentare controindicazioni generali o locali all’intervento chirurgico e protesico programmato e firmeranno un consenso per aderire al progetto di ricerca.
La qualità ossea nei siti destinati all’inserzione implantare sarà determinata sulla base di un esame tomografico pre-operatorio (scala Hounsfield).
In ciascun paziente saranno inseriti due impianti uguali (extrashort, BTI) di 5,5 o 6,5 mm di lunghezza in siti adiacenti. Il sito implantare sarà preparato fino alla fresa frontal cutting corrispondente.
In ciascun sito uno dei due impianti (scelto in modo randomizzato) sarà inserito con tecnica single stage, l’altro andrà incontro a guarigione sommersa (tecnica two stage).
Durante la fase chirurgica di inserimento degli impianti verranno registrati la lunghezza e il diametro dell’osteotomia, il torque insertion (Ncm) ottenuto e il valore ISQ per ciascun impianto.
Per monitorare il rimodellamento osseo perimplantare verranno eseguite radiografie endorali al tempo 0 (inserimento degli impianti), 3 mesi, 6 mesi e 1 anno di guarigione e poi annualmente.
Verranno registrati gli indici parodontali (indice di placca, sanguinamento al sondaggio, profondità di sondaggio) per valutare la salute dei tessuti perimplantari a 3, 6 e 12 mesi di guarigione e poi annualmente. Verranno inoltre registrate eventuali complicanze chirurgiche e protesiche.
Il valore di ISQ sarà registrato all’inserimento implantare, al momento della connessione protesica e a 12 mesi.
Gli impianti saranno protesizzati con ponti con sottostruttura metallica e superficie occlusale in composito a 3 mesi di guarigione.

 

Risultati attesi
Questa ricerca consentirà di valutare se una diversa tecnica di inserzione implantare (one-stage vs. two-stage) possa influenzare l’outcome clinico di impianti extra-short. I risultati ottenuti (in termini di salute dei tessuti perimplantari duri e molli) saranno correlati al torque insertion e alla qualità del sito osseo ricevente.

Ultimo aggiornamento 25 Luglio 2024